tw: coercizione, abuso
disclaimer: aver appena concluso Promising Young Woman potrebbe rendere questo post non molto lucido. mi sto ripetendo che è un blog, che è personale, non deve essere una prova costante di perfezione, vero? 🙁
quando si parla di una mancanza di cultura del consenso, di solito si tende a prendere come riferimento i risultati estremi: violenze e abusi sessuali e psicologici (i secondi, già meno).
ma ragioniamo di cultura e non di, che ne so, “attitudine del singolo allo stupro”, perché questi sono elementi pervasi del quotidiano, che si manifestano anche in cose piccole.
inutile dire che mettere la luce solo sugli estremi è comodo, perché così possiamo dirci: “ehi, ma io non faccio nulla di male, noiose femministe del cavolo!” (e c’è chi riesce a dirsi innocente anche dopo aver commesso uno stupro, per dire).
ma quella pervasività è un punto centrale su cui battere, perché va a creare la rete di convinzioni e sicurezze che fanno poi sentire il Gian di turno nel giusto quando compie qualcosa di più pesante.
da questo punto di vista, il modo in cui gestiamo il dialogo è emblematico.
prendiamo CisTizio.
conosco CisTizio su Tinder una settimana fa. lo avviso subito: guarda, non incontro nessuno da mesi, e non lo farò fino a quando non mi sarò fattә i vaccini.
lui mi dice che certo certo, va tutto bene. si chiacchiera un poco, niente di eccezionale, ma almeno è gentile (ormai le aspettative sono davvero basse quando mi avventuro sui frocial).
passa una settimana, si arriva a ieri sera.
CisTizio: “quando vieni a giocare con me?”
QueerWolf (sbuffo interiore su giocare): “dipende sempre da questa fottuta pandemia, e da quando potremo vaccinarci :D”
CT “io volevo invitarti già stasera”
QW “come ti dicevo, non posso”
CT “ma stiamo mascherati, distanziati, ti coccolo”
QW “Non mi vengono in mente modi per coccolarsi ad un metro di distanza XD” (cerchiamo di buttarla sul ridere)
CT “Va bene ho capito, mi scrivi se ne avrai voglia”
eccoci.
questo piccolo cambio di tono è un esempio di azione coercitiva. niente di epocale: non è che mi ha detto “se non vieni a casa mia ti brucio la casa”. no. ha cercato però di farmi sentire dalla parte del torto.
e tra l’altro è chiaro che CisTizio ha in mente una cosa ben precisa, ma non la dice.
CisTizio non vuole le coccole, vuole scopare, ma non si può dire ti va di scopare? perché è una frase da “cattivo ragazzo”, e perché è una cosa rischiosa sia per il proprio ego (pesa il rifiuto) sia per eventuali responsabilità.
perché fintanto che rimani nella zona dei grigi, dei sottintesi, nessuno potrà dirti che hai sbagliato qualcosa. potrai dire che è stato un equivoco, che scherzavi, etc etc. “su, QW, ti ho detto che voglio giocare, sei tu che pensi sempre a quella cosa!”
quando CisTizio vede che al sesso non ci arriva con le buone, punta su altro: cerca di attivare un mix di senso di colpa e buona educazione che mi facciano dire: “ehi, scusa, non volevo offenderti”.
credo sia una cosa così banale e comune da averla vista oramai migliaia di volte.
ma visto che non imparo mai nulla, la sua strategia funziona: temo subito di averlo fatto arrabbiare (trigger personale), e gli chiedo se sia così.
CT: “Al contrario: non vorrei passare per incosciente, cosa che non sono. Mi tampono ogni 15gg per lavoro, e ti ho invitato ma non ti metterei mai a rischio, non voglio passare per quello che non sono”.
qui CisTizio sa di essere ancora in gioco. ma avendo qualche decennio di esperienza alle spalle, alimenta ulteriormente il senso di colpa della persona dall’altra parte.
che non capisce un cavolo.
QW: “Ma che carino. Non ti preoccupare, non ti avevo giudicato, ma preferisco assecondare le mie paranoie”.
CT: “E allora fidati, e lasciati andare”
ok, qui anche io mi sono svegliatә, finalmente.
e mi sono reso conto di quello che stava accadendo.
CisTizio ha tirato fuori il lasciapassare universale, quello del sono un bravo ragazzo.
è lì, tra le righe: mi dice che ci rimane male perché si è sentito giudicato come una persona irresponsabile “ma faccio i tamponi ogni 15gg”.
mi dice di fidarmi, e di lasciarmi andare. che non c’è nulla da temere, no? giusto un bicchiere di succo e due chiacchiere tra adulti, cosa vuoi che sia QueerWolf?
vuoi davvero rifiutarmi, QueerWolf? perché i bravi ragazzi non si rifiutano, mai.
il mondo è pieno di cattivi ragazzi, di quelli che davvero ti fanno del male. e tu vuoi rifiutare uno come me?
vuoi passare dalla parte del torto, QueerWolf? perché solo le cattive ragazze rifiutano i bravi ragazzi.
lo vediamo in ogni film e serie televisiva, a partire da quel produttore di “bravoragazzismo tossico” di Ted Mosby .
i bravi ragazzi di questo tipo sono dei veri padroni della comunicazione coercitiva.
in fin dei conti sono stati bravi ragazzi quello che mi ha violentato, quello che ha provato a farlo, e quello che mi ha trascinato in una relazione tossica e abusiva.
nessuno di loro girava con una pistola e con la scritta “spaccoculetti” tatuata sul braccio.
nessuno di loro aveva la fedina penale sporca per qualcosa.
in compenso, hanno sempre saputo dire quanto esageravo, quanto la facevo grossa, e quante cose dimostrano che sono dei bravi ragazzi.
ma non è così difficile essere un bravo ragazzo, se proprio ci tieni. bastano due cose:
- dicci in modo chiaro cosa vuoi. non è un peccato voler scopare, mentre è scorretto cercare di arrivarci in modi che minano l’agency dell’altra persona.
- il rifiuto si accetta, bona.
anche se fa male: non è un giudizio sulla tua persona. è solo l’espressione di un bisogno.
si dice no perché non siamo sicurә della situazione o di noi stessә.
perché sappiamo che abbiamo mangiato pesante a pranzo e sarebbe un disastro.
perché il nostro cuore è pieno di casini e non vogliamo aggiungerne un altro.
perché venere è in opposizione e l’unica cosa libidinosa è la pizza ananas e cotto.
perché non ci va con te, punto, succede.
Nisi Shawl e Cynthia Ward in “Writing the other” hanno dovuto scrivere un intero capitolo iniziale per far capire a chi legge il loro saggio che, ehi, abbiamo tuttә pensieri razzisti e misogini perché la nostra cultura è razzista e misogina. quello che dipende da noi, è il decidere se fare pace con questa cosa e trovare un modo per cambiare, o se metterci sulla difensiva e iniziare a riempire i social di #notallmen #notallwhite #notallcishet
e siamo o siamo stati tutti in qualche modo degli abusatori. fa male, ma è lì. cazzo, la cultura romantica è piena di cose tremende come baci dati a donne incoscienti e storie dove se insisti e insisti alla fine la conquisti, perché lei non lo sa che è tua, ma tu sì, e la avrai (spoiler: le persone non si possiedono). il passo è dirci: ok, ora la cosa mi è chiara, cosa posso fare per cambiare?
ps: ovviamente, il bravo ragazzo, quando gli ho detto che no, non sarei uscito con lui ieri sera, mi ha ghostato. perché il bravo ragazzo è tale solo quando ha qualcosa da guadagnare.