la grammatica non è un monolite intoccabile, ma porta con sé i bias di chi l’ha pensata, diffusa e normalizzata. la nostra è stata prodotta principalmente da uomini bianchi eterosessuali con una visione del mondo drasticamente binaria e maschilista.
di contro, ogni decisione di rottura crea scontento perché diventa parziale a sua volta, e frutto di una posizione ben precisa.
la posizione ben precisa del pack è che in ogni occasione possibile prenderemo le parti di chi ha meno voce e rappresentanza.
e quindi.
il pack rifiuta l’utilizzo del maschile come genere neutro. il pack si impegna inoltre a ricordare al mondo che le identità di genere non si concludono nella binarietà femminile/maschile, e per questo non si accontenterà di moltiplicare sostantivi e aggettivi (es: benvenute e benvenuti).
abbiamo inoltre la consapevolezza che l’asterisco ha una funzione politica potente, perché mette graficamente in evidenza il problema, ma è poco funzionale dal punto di vista del linguaggio parlato. e le persone non binarie non esistono solo sulla carta o tra i bit: hanno bisogno di esprimersi anche in una piazza mentre distruggono il capitalismo e l’eteropatriarcato.
per questo la scelta ricade sulla desinenza -u.
quando ci troveremo davanti a casi che prevedono suffissi diversi tra il genere femminile e quello maschile, daremo sempre la precedenza a quello femminile (che ci sono secoli di storia di debito da recuperare).
es: studente/studentessa = studentessu.
il pack ricorda che sì, all’orecchio e all’occhio non ti torneranno, suonereanno male etc etc.
ma questo accadrà prima di tutto perché banalmente non ne sei abituatu. e, secondo, il diritto ad esprimersi di tuttu viene prima del nostro gusto estetico.
aggiornamento a marzo 2021:
siamo passatә allo schwa. così, per ripicca verso la “u” che era troppo maschia. abbracciotti.